nel 1919 dopo aver gravemente ferito un esponente di una banda rivale, Yale lo invio a Chicago, finchè non si fossero calmate le acque.
Qui Capone si mise al servizio di Johnny Torrio, vecchio sodale di Yale nonchè nipote di Big Jim Colosimo.
Il "successo" fu tale che alla sovranità sul crimine di Chicago e dintorni Capone poté presto affiancare anche una posizione di supremazia economica e di potere sulle aree di sua influenza.
Investì infatti parte dei ricavati delle attività illecite in attività del tutto legali, separando le gestioni contabili e potendo quindi contare su introiti di copertura (non meno rilevanti di quelli originari). Durante gli anni del proibizionismo, la copertura gli consentiva di avere più agevole accesso agli ambienti istituzionali, nei quali doveva procacciarsi con la corruzione la protezione politica che consentisse al business degli alcolici di prosperare.
Capone contribuiva in effetti non poco a rendere lametropoli animata, ordinando innumerevoli omicidi (spesso di testimoni di crimini). Il boss ideò per queste operazioni una tecnica speciale: si prendeva in locazione un appartamento di fronte alla casa della vittima, e da lì la si uccideva con fucili di precisione da selezionati cecchini.
Sempre opera di Capone, che nel frattempo si era trasferito in Florida, fu la cosiddetta "strage di San Valentino". Il14 Febbraio del1929cinque dei suoi uomini irruppero travestiti da poliziotti in un garage al 2122 di North Clark Street, sede del quartier generale della North Side Gang, organizzazione capeggiata in passato da Dean O'Banion e guidata poi da George "Bugs" Moran, principale concorrente di "Big Al" nel mercato degli alcolici; allineati i sette presenti lungo un muro, come per un normale controllo di polizia, li fucilarono alla schiena. L'episodio resta a tutt'oggi uno dei più cruenti regolamenti di conti della storia della malavita.
Nel 1930 Al Capone, che da poco era entrato nella lista dei maggiori ricercati dell'FBI, fu dichiarato "nemico pubblico n. 1" della città di Chicago
Incastrarono Al Capone per un piccolo cavillo finanziario, fu condannato a 11 anni di carcere e una multa di 80 mila dollari.
Nel 1947 ebbe un Ictus e dopo una breve agonia morì di arresto cardiaco a soli 48 anni
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